LA LA Land

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“Ciak… Si gira”

Sembra l’inizio di un film, girato a Hollywood, uno di quelli che una volta uscito è già in nomination per l’Oscar. Ma qua non si parla di film o di cortometraggi, si parla di pallacanestro e neppure il più visionario cittadino losangelino o appassionato della palla a spicchi, si sarebbe immaginato di poter vedere giocare allo Staples Center così tante stelle dopo anni bui per le due franchigie, ora diventate vere e proprie contender. Ma andiamo con ordine e torniamo al giorno dove a Los Angeles, inevitabilmente dopo la fallimentare stagione appena passata, qualcosa cambia, scatenando un vero e proprio effetto domino nella Lega più famosa del mondo.

 

 

È il 16 giugno, ore 00.27 italiane, quando Adrian Wojnarowski, giornalista di punta di ESPN e vate del mercato oltreoceano, sgancia la prima bomba dell’estate: “The Pelicans have agreed to a deal to trade Anthony Davis to the Lakers for Lonzo Ball, Brandon Ingram, Josh Hart, and three first-round picks – including the No. 4 overall in 2019 Draft”. Dopo i continui corteggiamenti da parte dei Lakers prima della deadline di Febbraio, Pelinka riesce a portare Anthony Davis ai Lakers, perdendo però l’intero core giovane, ad esclusione di Kyle Kuzma. Squadra smantellata, 3 giocatori soli sicuri a roster: LBJ, Davis e Kuzma. Tante incognite, troppe, ma con il sogno e la possibilità di puntare ad una terza star per poi puntare a giocatori al minimo salariale. I tifosi lacustri sono in attesa, così come lo è Pelinka e la dirigenza: l’obiettivo designato si chiama Kawhi Leonard, fresco MVP delle Finals con Toronto, ed in procinto di cambiare dopo solo una stagione. In corsa però, oltre ai  già citati Lakers, ci sono Clippers e Raptors. Per convincere Leonard scendono in campo LeBron, AD con il nativo di LA che chiede tempo e di posticipare l’ufficialità della trade di Davis dopo il 6 luglio. Ma è proprio alle 7.54 italiane del 6 luglio che arriva il secondo scossone della Free Agency in quel di Los Angeles: “Free agent forward Kawhi Leonard has informed runners-up teams of his plans: He's signing with the Clippers”. E subito un minuto più tardi, alle 7.55 arriva la seconda, inaspettata e sconosciuta ai più, ufficialità in casa Clippers: la franchigia di Steve Balmer manda Gallinari, il rookie Gilgeous-Alexander con l’aggiunta di un paio di pick future a OKC per Paul George. È la scossa definitiva, il terremoto che serviva alla California per staccarsi dal resto degli USA, proprio come nella pellicola diretta da Brad Peyton “San Andreas”. Il primo pensiero di tutti è: Clippers vincitori del mercato. Ma il mercato non è ancora finito e nella città degli angeli, sponda Lakers, hanno pronto il piano B: pronta firma di Danny Green, anche lui come Leonard in uscita dai campioni NBA, seguito da McGee, DeMarcus Cousins, Rondo, Caruso e Bradley, con già l’innesto di Troy Daniels, a cui si aggiungono Quinn Cook e Dudley e la riconferma di KCP. I Clippers nel frattempo riconfermano Ivica Zubac, vedono tornare Jamychal Green oltre a quella ad inizio FA di Beverly e Maurice Harkless arrivato grazie alla trade per George. Entrambe le squadre ora sono vigili sul mercato, alla ricerca di un giocatore che possa completare al meglio il roster, soprattutto alla situazione di Iguodala, attualmente ai Grizzlies. 

 

 

Entriamo ora più nel dettaglio andando a confrontare i due roster.

 

LAL: K. ANTETOKOUNMPO, A. BRADLEY, D. CACOK, K. Caldwell Pope, J. CAROLINE, A. Caruso, Q. COOK, D. COUSINS, T. DANIELS, A. DAVIS, J. DUDLEY, D. GREEN, A. HOLMAN, T. HORTON-TUCKER, L. James, K. Kuzma, J. McGee, Z. NOVELL JR., R. Rondo. 

Coach: F. VOGEL

LAC: P. Beverly, A. COFFEY, A. Delgado, P. GEORGE, J. Green, M. HARKLESS, M. Harrell, M. KABENGELE, K. LEONARD,  T. MANN, R. MCGRUDER, J. Robinson, L. Shamet, L. Williams, I. Zubac.

Coach: D. Rivers

 

In maiuscolo i nuovi arrivi

In corsivo il possibile quintetto

 

 

 

Entrati ormai nella “Duos Era” (con molte squadre ormai che trovano i propri punti di forza in due giocatori, solitamente All Star: vedi i Nets con Durant e Irving, Utah con Mitchell e Gobert, Houston con Harden e Westbrook, e altri ancora) non si può non parlare dello scontro, sotto tutti gli aspetti, da quello tecnico a quello mediatico, James-Davis vs Leonard-George.

 

Come è immaginabile le prime punte delle rispettive franchigie sono LeBron e Kawhi, con il primo però disposto a condividere parte del trono per un futuro Lakers che continui ad essere di successo (si parla già di una rifirma alla fine del contratto in essere che scadrà a giugno 2020). Jerry West, dirigente dei Clippers, dalla sua ha saputo portare un signor secondo violino alla corte di Doc Rivers ossia Paul George. L’ex OKC è reduce da una super Regular Season che la visto tra i candidati per il titolo di MVP, non riuscendo però a portare al secondo turno Westbrook e compagni. Il compagno di reparto sarà proprio la stella della squadra, che è anche colui che è riuscito a convincere George ad unirsi alla causa Clippers, nonché fresco MVP delle Finals. Kawhi e Paul George portano nella Los Angeles di Steve Ballmer (eclettico proprietario dei Clippers, ha inoltre annunciato la volontà di spostarsi ad Inglewood con un’arena nuova, nome nuovo e logo nuovo tra poco più di un lustro) solidità offensiva, ma soprattutto difensiva. È proprio la difesa la caratteristica che contraddistingue queste due super star (Leonard: 107.7 drtg, 1.8 stl; George: 103.9 drtg, 2.2 stl), ai quali vanno aggiunti i mastini del Doc: Beverly e Harrell.  

Sponda Lakers invece, per equilibrare il team Pelinka ha deciso di puntare su degli ottimi 3&D: Danny Green e Avery Bradley, con quest’ultimo proprio ex Clippers. Con Davis, quindi, i gialloviola possono dare tanto anche in fase difensiva, anche se tutt’ora si sta ancora pensando a come farli giocare (si è parlato di un LeBron in versione point-guard fissa) e le varie possibilità di un quintetto con più sfaccettature. 

 

La rivalità nella metropoli è tanta, con i tifosi Clippers che sognano un titolo visto solo in fotografia (nel palmares troviamo solo due titoli di Division: 2012-13, 2013-14), mentre quelli Lakers sperano di tornare ai tempi dello ShowTime e di Kobe. I Clippers inoltre non sono mai riusciti a raggiungere la finale di Conference, uscendo sempre al secondo turno, i Lakers invece, dal canto loro arrivano si con 16 titoli NBA in bacheca, 31 di Conference e 23 di Division, ma gli ultimi risalgono alla decade scorsa con le ultime 6 stagioni tutte chiuse sotto il 50% di vittorie e quindi non arrivando ai PlayOff. Perciò la voglia di rivalsa delle due franchigie è tanta. Così tanta dall' aver dichiarato apertamente l'obiettivo.

 

Questo infatti, per entrambe le squadre, è il titolo NBA come suggeriscono le dichiarazioni di Rob Pelinka, GM dei Lakers: “Ogni risultato che non sia il titolo, sarà considerato un fallimento”. Con lo stesso discorso che vale per i Clippers, ormai esposti dopo la campagna estiva che lascia poche interpretazioni se non quella di puntare più in alto possibile. Entrambe le franchigie, inoltre, hanno deciso di andare all-in, cedendo numerosi asset e giovani promettenti, pur di vincere nell'immediato. Quindi la domanda ora è: riusciremo a vedere queste due squadre raggiungersi in finale di Conference nei PlayOffs, nel selvaggio West sempre più competitivo? 

Nel frattempo, si hanno a disposizione 4 gare durante la Regular Season per godersi lo spettacolo di queste due squadre l’una contro l’altra allo Staples Center. La prima sarà  durante l’Opening Night della NBA, il 22 di ottobre, mentre un’altra si disputerà nel giorno di Natale, dove le stelle brillano sempre di più. 

I fari sono ormai puntati da mesi sulla città delle stelle, LeBron contro Kawhi sarà il tormentone della stagione, e no… Non siamo tornati nel 2014 con LBJ a Miami e The Klaw a San Antonio. Questo sarà un nuovo capitolo nella storia della NBA, proprio nell’anno del 70° anniversario della nascita della Lega. Che sia l’anno dei Lakers dopo più di un lustro fallimentare? O saranno i Clippers a prendersi la scena nella città degli angeli? 

Una sfida eterna, mai giocata però ad armi pari, con il dominio prima dei gialloviola conclusosi con la dipartita cestistica del Black Mamba e l’avvento di Lob City e quindi Doc Rivers sulla panchina dei Clippers, riuscendo a vincere la sfida interna nonostante un LeBron in più per i Lakers. Non sarà più però Davide contro Golia, due squadre forti ed equilibrate che sono destinate a combattere per il trono voluto da tutti.

Due squadre, due anime della stessa città, a pochi passi da Hollywood, il luogo dove i sogni diventano realtà e dove tutto è possibile: ormai ci siamo, è tutto pronto.

 

 

CIAK..

 

 

AZIONE.

 

 

 

Filippo Arrighi

 

Qua sotto alcuni highlights delle sfide dell'ultima stagione