Una Stagione Pazzescamente Da Record

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Un'altra Regular Season è finita, tante sono le considerazioni da fare, ma possiamo dire con certezza che questa stagione è stata una di cui si parlerà per un po' di anni. Ma entriamo più nel dettaglio: 

  • questa è stata la prima stagione targata Nike, con l'aggiunta degli sponsor (seppur in maniera limitata) sulla divisa;
  • è stata una delle stagione più sfortunate dal punto di vista degli infortuni;
  • a Ovest, dopo la Free Agency dell'estate scorsa, abbiamo avuto una delle corse ai PlayOff più avvincenti degli ultimi anni;
  • abbiamo assistito ad una delle migliori annate per quanto riguarda i Rookies

Ma iniziamo con ordine: la stagione era iniziata con il bruttissimo infortunio di Gordon Hayward (ala dei Boston Celtics), tale da non permettergli di rientrare neppure per i PlayOff, all'ex Jazz hanno seguito i vari Jeremy Lin, Mike Conley, per poi passare al rientro-non rientro di Leonard (che è stato dichiarato out per tutta la stagione e in rotta di collisione con gli Spurs) e ai problemi fisici del nostro Danilo Gallinari (solo 21 partite giocate in stagione), agli infortuni di Porzingis, Cousins, Beverly, per chiudere con l'intervento di Irving (infortunio che risale alle Finals 2015) e ai continui problemi di Steph Curry. Diciamo non una delle migliori stagioni sotto questo punto di vista, ma che si è dimostrata, alla fine, molto divertente. 

Molte squadre che da anni non arrivavano alla Post Season hanno finalmente fatto il salto di qualità per entrare nell'ateneo delle grandi, e fra queste ci sono i Sixers di Embiid e Simmons, e Minnesota che con l'aggiunta di Butler, Teague, Gibson e Crawford è riuscita finalmente a centrare l'obiettivo.

Philadelphia inizia la stagione da incognita con Simmons al debutto ufficiale, dopo l'annata scorsa passata ai box per un problema al piede, e forti della prima scelta assoluta all'ultimo Draft: Markelle Fultz. La squadra guidata da Brett Brown (serio candidato ad allenatore dell'anno) riesce a raggiungere il traguardo posto anni fa da Sam Hinkie, colui che aveva dato inizio al famoso #trusttheprocess; ma non solo si qualifica ai PlayOff, riesce a chiudere al terzo posto ad est (52-30) dopo una striscia di 16 vittorie di fila con uomo al comando: Ben Simmons. Infatti, il prodotto di LSU è l'unico giocatore nella storia della NBA che ha chiuso in tripla in una serie di vittorie consecutive della propria squadra.

I Timberwolves di Tom Thibodeau, invece, sono riusciti a raggiungere la fatidica Post Season all'ultima gara disponibile, in quella che è stata un vero e proprio spareggio contro i Nuggets di Jokic, vinta 112-106 all'overtime. Qualificazione che sembrava certa ad inizio stagione viste le premesse, ma che così non è stata causa i problemi fisici che hanno tenuto fuori Butler per un mese e mezzo. Ora ad attenderli ci sono i Rockets.

Proprio i ragazzi guidati da Mike D'Antoni (altro candidato come allenatore dell'anno) hanno ribaltato i pronostici che li davano dietro agli Warriors, chiudendo la stagione con 65 vittorie e 17 sconfitte (record di franchigia) grazie alle aggiunte arrivate dalle trade estive: Chris Paul su tutti, poi PJ Tacker, Mbah A Moute e Gerald Green per finire con Ice Joe nella trade deadline. Nella Houston dell'ex giocatore e, poi, allenatore dell'Olimpia, troviamo il quasi certo futuro MVP della Regular Season James Harden (30.4 pt e 8.8 ast) e lo svizzero Capela che sarà uno dei giocatori in lizza per il MIP (Most Improved Player).

Subito dietro ai Rockets, come detto sopra, troviamo la Golden State che è stata più di Durant che di Curry (causa infortuni) e che ha chiuso la stagione con solo 4 vinte in 10 partite. In ogni caso, se al completo, saranno la squadra da battere.

Ad est, a sorpresa, troviamo i Raptors al primo posto seguiti dai quei Boston Celtics falcidati dagli infortuni, con i Cavs di LeBron dietro ai Sixers. 

Toronto si è dimostrata una vera e propria macchina da guerra, con un assetto tattico performante e con il giusto equilibrio fra attacco e difesa, tolti i numerosi isolamenti di DeRozan e Lowry per un gioco più perimetrale ed efficace.

Boston invece si è dimostrata più forte degli infortuni avendo pescato bene al draft con la terza chiamata di Tatum, l'aggiunta di Marcus Morris e i notevoli miglioramenti di Jaylen Brown.

I Cavs sono stati un 'One Man Show' di Lebron James per tutta la stagione, con le trade di febbraio che non si sono dimostrate per il momento efficaci come ci si aspettava. Per il nativo di Akron questa è la miglior stagione a livello statistico, e stiamo parlando della 15esima stagione nella lega chiusa con 27.5 pt, 8.6 rb e 9.1 ast, giocando per la prima volta 82 partite.

Subito dietro alla squadra allenata da coach Tyron Lue troviamo i Pacers guidati da quello che è il candidato numero uno ad alzare il premio di giocatore più migliorato: Victor Oladipo.

 

Questa stagione inoltre ci ha mostrato una delle classi di Draft più promettenti degli ultimi anni, con giocatori già in grado di guidare la propria squadra sia per punti segnati che per assistenze o palloni catturati, e di sicuro questi Rookies faranno carriera, magari non tutti in squadre di prima punta, ma possono essere decisivi fin da subito come Donovan Mitchell di Utah.

 

Accopiamenti PlayOff

 

EASTERN CONFERENCE

Toronto - Washington

Cleveland - Indiana

Boston - Milwaukee

Philadelphia - Miami

 

WESTERN CONFERENCE

Houston - Minnesota

Oklahoma - Utah

Golden State - San Antonio 

Portland - New Orleans

 

 

NBA AWARDS (in corsivo i miei vincitori personali)

 

MVP: Harden, James, Westbrook, Davis, Antetokounmpo. Harden perchè va premiata la stagione di squadra e i numeri che è riuscito a mettere insieme anche quest'anno.

ROY: Simmons, Mitchell, Tatum, Kuzma, Markannen. Anche se della classe 2016, è di un altro livello. In campo sembra di vedere giocare un mini-Lebron, con zero tiro da 3 punti e una visione di gioco pazzesca. 

COY: D'Antoni (HOU), Casey (TOR), Brown (PHI), Sneyder (UTA).  Perchè è giusto, come per Harden, premiare ciò cheè riuscito a conquistare durante la Regular Season.

6thOY: Belinelli, Williams, Gordon (HOU), Hield, Clarckson. Da italiano a Belinelli, anche se lo vincerà Lou Williams, per quello che sta riuscendo a dare a Phila nella sua migliore carriera oltreoceano.

DPOY: Gobert, Davis, Drummond. Con il lungo francese in campo Utah subisce 97.7 punti per 100 possessi, sotto le plance è una garanzia.

MIP: Oladipo, Ingram, Gordon (ORL), Dinwiddie, Capela. Semplicemente perchè dopo l'annata deludente a Oklahoma è come se si fosse trasformato nell'eroe di Wakanda che tanto ama, portando i Pacers ai PlayOff.